sabato 20 febbraio 2010

IL FUTURO DI VENEZIA E LE GENERAZIONI PIU' GIOVANI



IL FUTURO DI VENEZIA
E LE GENERAZIONI PIU' GIOVANI

Considerato l’andazzo tutt’altro che confortante relativo alle sue vicende economiche e politiche, affinché Venezia non sia inevitabilmente e inesorabilmente destinata in un futuro non troppo lontano a diventare altro da sé, riducendosi a un malinconico e triste simulacro di se stessa, trovo che sarebbe oltremodo auspicabile, se non proprio d’uopo, che nelle sedi più opportune, quali, a esempio, la famiglia e la scuola, ci si prodigasse molto più di quanto oggigiorno non avvenga al fine di instillare nel cuore delle generazioni più giovani, che costituiranno la futura cittadinanza veneziana di domani, l'amore e il rispetto per Venezia e le sue tradizioni.

La questione di fondo nel problema della salvezza di Venezia e della sua salvaguardia, che sottintende e ingloba tutte le altre questioni, è, non a caso, proprio quella dei suoi futuri abitanti. Dal cui numero, ma anche, soprattutto, dall'amore e dal rispetto che essi nutriranno nei suoi confronti dipenderà ovviamente la continuità o meno dell’identità che l'ha fin qui contraddistinta e resa unica e incomparabile. In mancanza della quale, anche una volta che venisse garantita definitivamente la sopravvivenza fisica di Venezia e resa magari florida e prospera come non mai la sua economia, va tuttavia da sé che non sarebbe più, ahinoi, Venezia.

ENZO PEDROCCO


IL GAZZETTINO ( 20.02.2010 )







Il Gazzettino, Sabato 20 Febbraio 2010

IL GAZZETTINO ( 17.02.2010 )







Il Gazzettino, Mercoledì 17 Febbraio 2010

lunedì 8 febbraio 2010

IL MITO ROMANTICO DI VENEZIA




uN’IMMAGINE DURA A MORIRE nonostante LA VENEZIA CARA A Thomas Mann e MAHLER, E A TALUNI INVETERATI NOSTALGICI DI OGGIGIORNO, NON SIA ORMAI CHE UNA PALLIDA REMINESCENZA DEL PASSATO LUNGI DAL CORRISPONDERE ALLA REALTA’



Sono dell'avviso che si possa e si debba amare Venezia senza, per questo, rinunciare all'uso critico della ragione e alla sua evidenza. Di qui la mia idiosincrasia allorché, al fine di approfondire il mio rapporto con la città in cui ho la ventura di vivere, sono solito addentrarmi nella vasta e variegata pubblicistica relativa a essa, nei confronti di taluni savants sia italiani che stranieri, peraltro autorevoli e stimabili, ma con un'immagine affatto precostituita e romantica di Venezia che non corrisponde più, ormai da lungo tempo, alla realtà veneziana. E che, nonostante ciò, non si peritano tuttavia di pontificare e sentenziare con sicumera e saccenteria - in ossequio a che cosa, francamente, non è dato sapere – sui complessi e controversi problemi da cui è suo malgrado afflitta Venezia e in cui sono impegnati, non certo a caso, i migliori specialisti dei diversi ambiti sia umanistici che scientifici.

Mentre è ovvio che la mia adesione, per converso, vada invece a tutti coloro – intellettuali, tecnici, politici e semplici cittadini - che, molto più realisticamente e senza alcuna preclusione aprioristica nei confronti del nuovo, sono in genere consapevoli che un'adeguata soluzione dei problemi di Venezia potrà esservi soltanto a condizione che venga sempre tenuto nel debito conto, dopo averlo preliminarmente affrontato senza salti di analisi e di informazione, l'insieme rigoroso di interdipendenze storiche, naturali, economiche e politiche che ogni problema relativo a una città sui generis qual è Venezia, volenti o nolenti, invariabilmente comporta.

ENZO PEDROCCO

martedì 2 febbraio 2010

UN DESIDERIO DESTINATO A RIMANERE TALE


(Foto tratta dalla Rete)

Così, come in questo rarissimo caso, è come desidererei e mi attenderei di vedere sempre i bambini palestinesi: nella loro genuinità e spontaneità anziché, come spesso è accaduto e accade tuttora, aizzati a tirare le pietre nelle varie intifade, utilizzati come scudi umani negli scontri a fuoco o, peggio ancora, spinti al suicidio da una propaganda diffusa nelle scuole, nelle moschee e nei media (ENZO PEDROCCO)




IL GAZZETTINO ( 30. 01. 2010)







Il Gazzettino, 30 Gennaio 2010

IL GAZZETTINO ( 31. 01. 2010)







Il Gazzettino, 31 Gennaio 2010