mercoledì 8 giugno 2011

NOTE&APPUNTI

(1 ottobre 2011) Secondo l’opinione di alcuni autorevoli analisti oggigiorno, in Italia, i giovani rappresenterebbero la prima generazione destinata ad avere meno certezze e meno prospettive rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Se così fosse, come essi affermano, personalmente mi riuscirebbe difficile individuare quali maggiori certezze e prospettive avessero i giovani del periodo bellico, chiamati loro malgrado a combattere con il rischio di rimetterci la vita. O i giovani dell’immediato dopoguerra, in un Paese semi distrutto dal conflitto bellico e afflitto dalla povertà e dalla miseria più nere.
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(20 Giugno 2011) Rimango spesso sconcertato e basito di fronte alla mole di certezze granitiche in cui è dato di imbattersi quotidianamente, un po’ ovunque e a tutti i livelli, nonostante l’oggettiva e notoria crescente complessità sia sociale che politica e culturale. E i suoi esiti oltremodo incerti e tutt’altro che definitivi.
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(20 Giugno 2011) Unica nota consolante nell’attuale momento che nostro malgrado stiamo attraversando è che almeno in questa circostanza, rispetto a circostanze similari del passato, non avremo Mike Bongiorno - pace all’anima sua – il quale ci esorti stoltamente all’allegria, com’era solito fare a dispetto dei guai che il Paese stava attraversando, con la sua proverbiale dabbenaggine.

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“Abbi ben chiara la cosa da dire: le parole verranno” ( Catone )

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(29 Marzo 2012) Di fronte alla continua ecatombe, pressoché quotidiana, di personaggi noti, amici, parenti o semplici conoscenti a me per lo più coetanei ho talvolta la sgradita e tormentosa sensazione di essere ormai giunto, ahimè, a uno stadio della vita in cui, a somiglianza di quanto scrisse Ungaretti in una sua celebre lirica riferendosi ai soldati in guerra , "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". Mentre, prima che un malaugurato… colpo di vento possa improvvisamente impedirmelo, mi premerebbe invece portare assolutamente a compimento quantomeno le cose a cui tengo molto e per le quali, si può dire, io abbia vissuto.
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"Ci sono solo due giorni all'anno in cui non si può fare niente. Uno di questi si chiama ieri e l'altro domani. Oggi è perciò il giorno giusto per amare, credere, fare e principalmente vivere"(Dalai Lama)

Ciò non deve impedire tuttavia, con buona pace del Dalai Lama, che noi si possa tranquillamente rimandare a domani, se non a dopodomani, tutte quelle cose assai poco interessanti e gradevoli che non ci sentiamo assolutamente di fare o di prendere in considerazione e che, qualora lo facessimo, rappresenterebbe soltanto una inutile perdita di tempo a scapito di altre cose decisamente più interessanti e gradevoli.